martedì 30 aprile 2013

Vivere da fuori sede

La vita dello studente e della studentessa fuori sede è di una tipologia particolare, una sorta di non so cosa viene prima se l'uovo o la gallina (per me, l'uovo.. e se è di cioccolato, meglio!).
Non è perso nel giro di feste e botellon come lo studente erasmus, ma neanche deve tener conto di "mamma esco!"; non ha una casa in cui un pezzo di cartone sostituisce il muro dove appendere foto, cartoline, fiori, palline, ma non può nemmeno ricoprire l'orrenda carta da parati che si ritrova nella camera in cui sta; non gode dell'immediatezza tipica dell'erasmus, ma si crogiola nel brevetermismo che la riforma universitaria del 3 + 2 ci ha regalato. Lo studente fuori sede se ha bisogno del medico deve tornare a casa o fare il cambio di asl. Lo studente fuori sede gioca con gli accenti dei compagni di corso e impara simpatici modi di dire che usa a sproposito di continuo (vedi da da fuori sede a torinese). Lo studente fuori sede ha un muro pieno di cartoline e biglietti da visita di locali ed eventi a cui non andrà mai o è già stato. Lo studente fuori sede passa ore al gelo per prendere la carta Torino Musei a 10 euro nell'unico giorno in cui per gli studenti costa così poco. Lo studente fuori sede ha la cartina di Torino centro sempre nella borsa. Lo studente fuori sede conosce tutti i locali dove si spende poco. Lo studente fuori sede -e forse anche quelli che in sede ci sono già- si spacca dalle risate nel leggere che la segreteria didattica della facoltà di Lettere e Filosofia di Unito è chiusa per un mese per preparare le pratiche burocratiche del prossimo anno accademico (che verosimilmente saranno identiche a quelle di quest'anno..). Lo studente fuori sede arriva sempre troppo tardi agli eventi ad "ingresso gratuito" - e fortuntamente per gli altri, a Torino ce ne sono un sacco- anche se arriva con due ore d'anticipo. Lo studente fuori sede gira la città in bicicletta e sa quanto è bello scendere dalla Porta Palatina a Corso Regina e passare l'incrocio -di straforo- con la musica nelle orecchie e i capelli negli occhi. Lo studente fuori sede si fa spedire il costume da bagno che si è dimenticato a casa dalle vacanze di Pasqua. Lo studente fuori sede parla in codice e dà significati nascosti a concetti comuni quali singola, stare, doppia e dà significati nuovi agli elettrodomestici con cui instaura un rapporto simbolico (e fu così che azzeccare la prima lavatrice divenne un vero e proprio rito di passaggio..!). Lo studente fuori sede ha quasi sempre almeno un coinquilino parecchio strano. Lo studente fuori sede incontra gli altri studenti a pranzi e cene in cui tutti portano qualcosa contribuendo alla creazione di una tavola che ricorda il giro del mondo in 80 torte salate! Lo studente fuori sede perde completamente il suo status quando inizia a parlare del luogo da cui proviene come "casa dei miei": se lo avete detto, siete TORINESI!

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